giovedì 5 novembre 2009

Vi siete mai chiesti come ci sente quando si viene sottoposti a una qualsiasi tortura? cosa dovevano provare le persone rinchiuse e flagellate, quelle vessate da macchinari che ora vedete in squallidi musei medioevali, quelle sottoposte all'elettroshock nei manicomi o per meglio definirli nei lager legalizzati che esistevano fino a trent'anni fa nel nostro paese? secondo me la sensazione che scaturisce nel torturato non solo è il dolore fisico o almeno non è quello il dolore principale, ma quello psicologico di vedere persone corrispondenti al genere umano che esercitano su di te una crudeltà che difficilmente è concepibile sia posta in essere da un tuo simile, sostanzialmente un altro individuo cerca di porti in una situazione non solo di coazione fisico mentale ma addirittura di umiliazione e privazione totale della dignità, persino nel mondo animale ci si uccide all'interno della stessa specie ma non sembrano esistere comportamenti corrispondenti a tortura. Per questo da Beccaria in poi una parte del mondo sempre più grande, purtroppo non ancora tutta, ha iniziato ad abolire qualsiasi forma di tortura fosse essa pena per un reato, modo per arrivare a una confessione o a una delazione o ancorché gratuita a qualsiasi fine, l'ultimo passo di questo cammino di civiltà è stato l'articolo 5 della dichiarazione dell'uomo e del cittadino siglata alle nazioni unite nel 1948  seguita nel 1984 sempre presso l'ONU dalla convenzione contro la tortura entrambe ratificate nell'ordinamento italiano.
L'Italia quindi ripudia formalmente qualsiasi forma di tortura, e immagino anche che sostanzialmente la grandissima parte dei cittadini italiani non vorrebbero che nel proprio paese fosse praticata. Le forze dell'ordine siano esse polizia, carabinieri o altri corpi, attraverso i propri vertici  non si sognerebbero mai di autorizzare una tortura, e la grande parte delle brave persone che vi operano non penserebbero mai di torturare qualcuno.
Detto questo durante una manifestazione legittimamente autorizzata contro il Global forum a Napoli il 17 marzo 2001, sono stati fermati in seguito a scontri alcuni giovani di varie nazionalità e trasportati alle caserme Raniero e Pastrengo, lì privati di ogni diritto civile e di difesa sono stati picchiati a sangue dalle forze del'ordine. 
A Genova quattro mesi dopo, durante il G8 più cruento della storia, vengono prelevati a campione durante le varie manifestazioni giovani manifestanti innocenti e che nemmeno partecipavano agli scontri, questi "comunisti" vengono trasportati alla caserma della polizia penitenziaria di Bolzaneto vengono tenuti in  piedi braccia al muro fino a 72 ore senza potersi muovere, offesi, picchiati, finanche abusati nel proprio intimo.
 Il 25 settembre un ragazzo cammina da solo per strada all'alba, ha diciotto anni sta tornando da una festa dove probabilmente ha assunto qualche droga, come migliaia di suoi coetanei fanno ogni notte; il giovane è incensurato e disarmato, viene intercettato da una volante della polizia probabilmente picchiato al punto da rompergli un manganello sulla schiena e quando arriva l'ambulanza chiamata dai poliziotti stessi è già morto, tutte le autorità si chiudono a riccio calunniandolo e definendolo un tossico abituale e la verità ancor oggi è lontana dall'essere raggiunta, il ragazzo si chiama Federico Aldrovandi è siamo a Ferrara in Italia. L'ultimo caso quello di Stefano Cucchi è cronaca di questi giorni, il ministro Alfano ha riferito in parlamento su questo ragazzo inspiegabilmente morto in seguito a un fermo per possesso di stupefacenti (20 grammi di hashish e 2 di cocaina non un trafficante internazionale), morto dopo un ricovero in un ospedale carcerario dove i suoi parenti non hanno potuto mai vederlo, forse basta guardare le foto dell'obitorio diffuse dai parenti per comprendere le cause del decesso: una delle tanti morti in seguito a cadute dalle scale in carcere.  Un paese civile in seguito a uno solo di questi episodi indaga sulle responsabilità  seriamente, poi quando trova i responsabili li caccia via e caccia insieme a loro i loro capi su fino al ministro responsabile nei casi più gravi, in un paese serio prima che civile il ministro della giustizia quando va in parlamento a riferire non fa demagogia difendendo i colpevoli, perchè caro Ministro Alfano che le forze dell'ordine sono per la maggior parte brave persone lo sappiamo già, e proprio per questo vogliamo che chi tortura e sevizia sia prima espulso e poi processato, e non difeso dai propri capi e dalle più alte cariche dello stato.
L'Italia nel 2009 da questo punto di vista somiglia troppo al Cile del 1973. 
Marco

3 commenti:

  1. ma sapete la cosa ancora più allucinante??
    che io ho sentito ben più di una persona dire: beh ma alla fine se erano in galera insomma, qualcosa di male l'avranno fatto, quindi non è che si possono aspettare un trattamento di favore.

    ma cosa stai dicendo????

    a volte davanti a certi commenti mi manca quasi la forza di controbattere.
    dico quasi, perchè l'indignazione poi vince sempre.
    ma è mortificante sentire queste cose.
    che popolo è quello che giustifica certe cose in nome della giusta punizione di un "delinquente"??

    Giulia Ferrari.

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  2. è il culto dello scarto umano, il mito dell'epurazione che dilaga in parte della società occidentale.
    L'occhio per occhio che non passa mai di moda..
    Lui ha fatto male alla società dunque fare male a lui è legittimo, perchè così vuole l'assioma.
    Credo che la cosa più sconcertante rimanga il fatto che tanti di questi accaniti assassini con le mani pulite, questi che fanno segno di assenso con la testa quando al Tg1 dicono che un altro drogato è morto, pace all'anima sua, gloria alle forze dell'ordine, sono gli stessi che si dicono di stampo cattolico e cristiano, i bravi italiani rispettosi che vanno a messa la domenica ma gli altri giorni si dimenticano del rispetto della dignità anche di moglie e figli.

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  3. sono arrivato tardi alla discussione, ma le foto di Cucchi le ho guardate anche io, più volte e provando disgusto.
    purtroppo il discorso è sempre lo stesso, marcisce sempre, nel nostro paese, non soltanto un'organizzazione delle forze dell'ordine (come di altre istituzioni,vedi cosa succede nei casi di pedofilia nella chiesa cattolica!) che copre i colpevoli, che insabbia le prove, che "lava i panni sporchi in famiglia" per uscirne sempre a testa alta, bensì tutta una marmaglia di "benpensanti" pronta ad accettare che queste efferatezze si compiano, con la sconvolgente leggiadria di chi, sentendosi senza peccato, scaglia la prima pietra. ad anche la seconda e la terza.
    Paolo Gorgoni

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